ARTIFICIAL INTELLIGENCE

Che cos’è l’Artificial Intelligence

L’artificial Intelligence è un “buzzword” che riguarda il presente e il futuro della tecnologia.
Il termine indica un insieme di scienze, teorie e tecniche attraverso le quali è possibile riprodurre in una macchina la capacità di ragionamento tipica degli esseri umani.
Il concetto è evoluto molto nel corso del tempo, anche grazie allo sviluppo tecnologico che ha permesso di allargare sempre di più i confini di applicazione dell’intelligenza artificiale.
Infatti, se nei primi anni l’AI era utilizzata principalmente in campo matematico, oggi le cosiddette macchine intelligenti sono in grado di sentire, di vedere e di comportarsi al pari di un essere umano.

Definizione di AI

Il termine “Artificial Intelligence” è stato per la prima volta utilizzato durante la Conferenza di Dartmouth, nel 1956, anche se le origini dell’AI sono da attribuire ai contributi di tanti studiosi della comunità scientifica che già precedentemente si erano dedicati ad approfondire l’analogia uomo-macchina per capire se l’intelligenza umana potesse essere simulata attraverso l’utilizzo delle macchine.
Fra tutti non possiamo non citare Alan Turing, uno dei padri dell’informatica e tra i primi a interessarsi allo studio dell’intelligenza umana e alle sue possibili artificializzazioni.
Nel suo articolo “Computing machinery and intelligence” datato 1950, Turing descriveva il famoso “Test di Turing”, basato sulla logica dell’imitation game. Il test prevedeva la partecipazione di un giudice che, attraverso un terminale, poteva comunicare con un uomo e un computer senza sapere quale delle due entità fosse il suo interlocutore. Se il giudice non riusciva a distinguere l’uomo dalla macchina, il computer poteva essere identificato come “intelligente” e aveva passato il test.
Il lavoro di Turing fu determinante per gettare le basi delle successive teorizzazioni che videro per la prima volta associare insieme i termini “Artificial” e “Intelligence” proprio durante la Conferenza di Dartmouth.
Per una più moderna definizione del termine, possiamo affermare che l’intelligenza artificiale è uno strumento che permette a macchinari, computer, robot di replicare quelli che sono i ragionamenti umani. L’uomo può ora avvalersi di questo strumento per poter prendere delle decisioni complesse attraverso l’utilizzo di algoritmi specifici e aiutarlo nel completamento delle attività quotidiane. Grazie a questi algoritmi è possibile ridurre la probabilità di errore da parte dell’uomo e utilizzare la potenza di calcolo delle macchine per poter prendere la decisione corretta, in svariati contesti di riferimento.

Intelligenza artificiale: esempi pratici

Nella vita quotidiana siamo circondati da tante applicazioni che utilizzano l’intelligenza artificiale a tal punto che spesso nemmeno ce ne rendiamo conto.
Succede ad esempio quando effettuiamo una ricerca online, fornendo da utenti un grande volume di dati ai motori di ricerca che imparano ad offrire i risultati più pertinenti rispetto ai nostri intenti.
Un altro esempio che ci riguarda da vicino è legato alla pratica dello shopping online.
In questi casi l’artificial intelligence è largamente utilizzata per fornire suggerimenti basati, ad esempio, su acquisti precedenti, su ricerche passate degli utenti e su altri comportamenti registrati online.
Altri ambiti di applicazione riguardano i veicoli a guida autonoma, ossia quei veicoli che utilizzano la tecnologia e l’artificial intelligence per sostituire il conducente con sistemi di sicurezza adatti per guidare in modo autonomo sulle strade.
Ci avvaliamo dell’intelligenza artificiale anche quando facciamo ricorso agli assistenti virtuali come Alexa, Siri e Google Home, interagendo con loro come se stessimo parlando con un essere umano.
Perfino quando ci lasciamo guidare nel suggerimento di contenuti su piattaforme come Netflix e Spotify o anche nell’utilizzo giornaliero dei social network ci stiamo affidando ad una selezione basata su algoritmi di artificial intelligence che apprendono dai nostri gusti e consumi mediali e di riflesso ci propongono ciò che dovrebbe piacerci di più.
Per concludere con esempi pratici di ricorso comune all’intelligenza artificiale possiamo citare anche i chat-bot per l’assistenza ai clienti utilizzati da moltissime attività business to consumer: un mix di arcaico e tecnologico che sposa le logiche tipiche proprio del test di Turing.

L’Intelligenza artificiale nel mondo del business

Il ricorso ad applicazioni di artificial intelligence non si esaurisce nell’ambito della vita quotidiana delle persone, ma trova un forte riscontro anche nel mondo industriale del business.
In aHead Research, ad esempio, utilizziamo l’AI per aiutare i nostri partner e clienti a definire la migliore politica di riordino per item di un magazzino, evitando problemi di over stock e out of stock secondo logiche di sostenibilità economica.
Un altro esempio di applicazione industriale dell’artificial intelligence riguarda il quality control e il riconoscimento automatico di pezzi difettosi in una linea produttiva. Il processo di identificazione dei difetti richiede avanzate tecniche di imaging per acquisire, elaborare e segmentare le immagini dei prodotti, algoritmi per l’estrazione degli attributi rilevanti e algoritmi di classificazione per individuare i problemi. In termini pratici, per i player del fashion, ad esempio, significa avere la garanzia di non produrre e distribuire capi difettosi che potrebbero gravemente compromettere la reputazione dei brand agli occhi dei consumatori.